Anche qui, a dire il vero, Mel Brooks cl riprova. Questa storia del mondo è un seguito di scenette di durata variabile che partono dal'uomo nella preistoria per giungere alla Rivoluzione francese (è prevista una seconda parte...) toccando Roma e i romani e, prima ancora, Mosè e le sue tavole della legge. La comicità, come sempre, e terribilmente incostante. E varia da una certa quale levità assurda ("seguitemi, e fate come me", dice lo schiavo romano agli evasi. E questi lo imitano anche nelle mossette e nel borbottii) ad altre francamente grossolane. I grandi della storia sono beffeggiati allegramente: Mosè riceve tre tavole della legge da cinque comandamenti ciascuna. Ma i quindici comandamenti diventano dieci dopo che una gli è cascata dalle braccia ed e andata in mille pezzi.

Il tutto, comunque, fa piuttosto pensare ad un seguito dl scenette di televisiva memoria, più che a un tutto con un minimo di coerenza. Le famose sfottiture dei miti cinematografici sono ridotte all'osso: gli ambienti della Roma antica ricordano certi "peplum" se non il gigantismo di Cecil de Mille. E le suore dell'Inquisizione spagnola si buttano in piscina per comporre un numero coreografico alla Esther Williams. Troppo poco, e per ridere e per riflettere. "